Le Illustrastorie

Fauna

Correva, correva veloce. Correva così veloce che chiunque l’avesse visto, lì in mezzo agli alberi, avrebbe scorso soltanto una grossa scia scura. Conosceva quel bosco come le sue tasche tanto che avrebbe potuto percorrerlo ad occhi chiusi con il solo profumo delle foglie e dei fiori e il richiamo degli animali a fargli da guida. Fermò la sua corsa soltanto quando arrivò al limitare ovest del bosco, dove si distendeva il grande lago che lui amava definire “lo specchio dei desideri”. Si sedette su una delle sponde e immerse le lunghe gambe brune nell’acqua gelida che, adesso, gli arrivava al polpaccio; tirò dietro la schiena i folti capelli color cioccolato fondente e due esili orecchie a punta fecero capolino intorno al viso squadrato. Fauna era un ragazzo muscoloso, forte e in eterna lotta con sé stesso. Amava sfidare il suo corpo, portarlo al limite, far scorrere l’adrenalina nelle sue vene, mettersi in situazioni rischiose per poi uscirne vittorioso e dire “Sapevo che ce l’avrei fatta”. Era un tantino pieno di sé e il suo continuo mettersi in pericolo faceva sempre preoccupare Flora, sua sorella: erano molto uniti e soli al mondo ecco perché il loro legame era indissolubile.

Fauna si stava godendo quel breve momento di pausa con l’acqua fredda a solleticargli la pelle ardente e il sole a baciargli il corpo da Adone; il suo pensiero volò a Flora che se avesse saputo che stava scappando da una lince con cui voleva gareggiare, lo avrebbe strozzato con le sue esili mani. Ridacchiò pensando alla reazione della sorella e si specchiò nell’acqua: aveva sempre pensato, fin dalla tenera età, che quel lago fosse un enorme pozzo dei desideri. Ogni qualvolta ci aveva immerso i piedi ed espresso un desiderio sciocco, quegli si era avverato. Saranno state tutte coincidenze? Questo Fauna non lo sapeva. Sapeva soltanto che il suo più grande desiderio, quello vero e importante, ancora non si era esaudito: far scappare tutti i cacciatori che si addentravano nel suo habitat per fare degli animali carne da macello. Era questo il motivo che lo spingeva ad irrobustire il suo corpo e uscir vivo da situazioni disastrose, voleva prepararsi alla lotta contro quegli umani stolti ed egoisti e per farlo aveva bisogno di essere forte.

© Nicoletta Froechlich

© Rosa Ingenito